venerdì 20 aprile 2007

Dorè,un talento dell'incisione romantica















A sinistra,Gustave Dorè in una foto d'epoca.A destra,un suo autoritratto.

Chissà quante volte ci è capitato di incontrare splendide raffigurazioni del tema trattato in un opera letteraria o in un libro di scuola e chissà quante altre volte tali raffigurazioni, da noi tanto ammirate, erano opera di questo artista, maestro di xilografia e grande evocatore di atmosfere letterarie.

La xilografia è l'incisione su tavolette di legno o metallo le quali, una volta inchiostrate, servono da matrice per la stampa di rappresentazioni grafiche o di testi scritti,tramite l'utilizzo di un apposito torchio. La tecnica è di origine Cinese e le prime stampe si hanno già nell'VIII secolo d.C.

In Europa tuttavia quest' arte arriva solo nel XIV secolo,quando viene usata per le edizioni dei primi libri a stampa.

Maestro di questa tecnica fu Paul Gustave Dorè, brillante disegnatore e forse uno dei più prolifici illustratori di libri di fine Ottocento.

Nato a Strasburgo il 6 Gennaio 1832,si trasferì a Parigi all'età di soli sedici anni e, una volta lì collaborò con la rivista"Journal pour rire" in qualità di caricaturista, componendo nel frattempo alcune opere litografiche(la litografia è un altro metodo di stampa simile alla xilografia).

Famoso per le incisioni a commento della "Divina Commedia" del sommo poeta Dante Alighieri e dell' "Orlando furioso" di Ludovico Ariosto,è ricordato anche per altre splendide opere,quali le incisioni de "Il Paradiso perduto" di Milton o delle " Favole " di La Fontaine, per non parlare delle suggestive raffigurazioni di storia sacra della "Bibbia".

Tutte queste opere si collocano negli anni '60 del 1800, ed è proprio nel 1867 che Dorè fa da protagonista assoluto in una mostra delle sue opere,che solo in seguito portò alla creazione della "Dorè Gallery", che si trova in New Bond Street, a Londra.

Per l'editore Grant&Co. produsse 180 incisioni,pubblicate poi sul libro " London: A Pilgrinage "del 1872, il quale ebbe un discreto successo commerciale, nonostante l'avversione della critica.

L'artista fu criticato per la sua scelta di concentrarsi sulla povertà e sulle situazioni di disagio della capitale inglese,venendo addirittura accusato di aver inventato tali situazioni.

Ma la questione non riflette la reale presenza di disagi o di povertà effettive,quanto invece lo stile dell'artista. Dorè infatti segue la scia romantica del suo tempo, secondo la quale l'arte è emozione.

Difatti il suo operato è costellato di illustrazioni che rievocano il grottesco o la sacralità di alcune scene,l'atmosfera densa di sensazioni che non sono appena percettibili, ma implodono nell'animo dell'osservatore e restano capaci di dividere un pubblico, che tuttavia ne apprezza i toni, le sfumature, la carica emotiva.

Opere queste, che lo resero famoso e che portarono il suo laboratorio ad una attività febbrile, con la presenza di quaranta persone che collaboravano e seguivano gli insegnamenti del loro mentore,il quale operò sino alla morte avvenuta nel 1883 a Parigi, città che ne conserva ancora le spoglie.

Merito di questo artista è quello di averci catapultati in mondi dove la semplice immaginazione aveva bisogno di un riferimento e comunque di averci donato magnifiche illustrazioni di opere altrettanto superbe.

Daniele Tartaglia

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