giovedì 10 maggio 2007

Un po’ di archeologia, un po’ di etica

Notizie di ricostruzioni e tentativi di costruzione

Come uno scavo e un ritrovamento supposto possa rappresentare lo spartiacque al limite della paura e della speranza.

Il ritrovamento della tomba di Erode da parte dell’ Istituto di Archeologia di Gerusalemme si scontra con la sua importanza per i fatti del presente, rappresentando una buona prova per Israele dei suoi diritti storici sull’area nelle vicinanze di Hebron, mentre apporterebbe una minaccia per i Palestinesi: il pretesto di Israele per costruire a sud di Gerusalemme:

“Shaul Goldstein, a leader of the Gush Etzion settlement bloc south of Jerusalem, told the Ynetnews Web site that "the discovery is further proof of Gush Etzion's direct link to the history of the Jewish people and Jerusalem.

Nabil Khatib, the Palestinian Authority's director of the Bethlehem district, said international law prohibits Israel from removing artifacts found in the occupied territories. "This is robbery of Palestinian artifacts," he said.”

La tecnologia si riscopre patrimonio del passato quando un gruppo di studenti del MIT, coordinati dal ricercatore John A.Ochsendorf, cercano di riprodurre le tecniche e di utilizzare i materiali degli antichi ponti sospesi Inca.

L’esperimento è non solo una prova del differente approccio di una società lontana, ma anche la riscoperta di un metodo di studio dell’archeologia che vive i suoi materiali nel tempo, a cavallo delle culture.

Così viene (ri)scoperto che il progresso tecnologico non è caratterizzato solo dall’ utilizzo di ciò che è migliore, ma di ciò che la cultura considera attraverso la sua ideologia e il suo criterio estetico:

“If people use materials in different ways in different societies, that tells you something about those people,” Professor Heather Lechtman.

“If the students’ bridge holds, they will have learned one lesson: engineering, in antiquity as now, is the process of finding a way through and over the challenges of environment and culture.” The New York Times

Come la Federal Communications Commission cerca di regolamentare la violenza nei media, neutralizzando gli argomenti della libertà di parola, della supervisione dei genitori sui figli e delle attuali definizioni di violenza nei programmi:

“The television industry is not correcting itself to the satisfaction of parents – whose children watch an average of two to four hours of TV a day. Eighty-two percent of parents with young children say violence in children's programming is a major concern. Nine in 10 say it has a serious negative impact on their kids.

Government regulation is tricky here because the courts have protected violent speech and depictions under the First Amendment. But doing nothing would leave children at greater risk to models of violence. And it would leave society at greater risk of aggression committed by people who were influenced by violent media, as many studies show.” CSMonitor

La Corea del Sud ormai ama i Robot, li fabbrica e spera che per il 2020 ve ne siano uno per casa. Ma il problema maggiore riguarda non tanto la ricerca di una intelligenza sempre più forte, ma a creazione di un futuro codice etico delle macchine.

Passando per la fantascienza, tra Terminator, RoboCop e Blade Runner, la robotica sud-coreana chiede aiuto alle regole di Asimov per stabilire un rapporto tra l’essere umano e l’automa.

Gleen McGee analizza gli interrogativi sulla natura, l’ostilità, il rapporto umano –non umano e le derive al limite tra abuso e rapporto di intimità con le nuova “schiavitù” cibernetica:

“It remains to be seen whether robots will become in some sense intelligent androids, capable of interacting as peers with humans and other parts of the world. In the meantime, we are much closer to making robots with “strong intelligence” than we are to creating a code of ethics to guide our stewardship of tin men, or to protecting humanity from misbegotten robotics. Either the effort to create a code of ethics to shape the evolution of robotics will be embraced, or we may reap the consequences. It only remains to be seen who will wake up first.” The Scientist

Davide De Caprio

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