venerdì 4 maggio 2007

Storia del foglio che divenne creazione.











A sinistra un origami a forma di castoro, a destra la forma classica per un origami:la gru giapponese.



Chi di noi non ha mai provato a fare un aereoplanino di carta o la classica barchetta con un foglio di carta o di un materiale che fosse pieghevole.

All’inizio sembrerebbe complicato piegare il foglio in combinazioni che portano ad un risultato finale soddisfacente,ma ,una volta presa la mano,l’operazione risulta semplice e meccanica,tanto che si arriva a crearsi il proprio stormo o la propria flotta cartacea in pochi minuti.

Quelli della barchetta o del piccolo aereo sono esempi,possiamo dire,”embrionali” di una tecnica che in Oriente,più precisamente in Giappone,ha trovato illustri cultori divenendo una forma di arte per chi osserva dall’esterno e parte della cultura nazionale e della tradizione giapponese,per quanto effimera possa essere come arte,l’origami (dal giapponese:ori = piegare ,kami = carta).

Ma attenzione!Con origami non s’intende solamente il piegare la carta per conferirle la forma di un animale o di un oggetto miniaturizzato(origami complesso).Con questo termine si può intendere anche un cappellino da festa o un aereoplanino (origami semplice).

L’origine di questa tecnica,praticata fin dall’epoca Edo(1603-1867),è da ricercarsi nel cerimoniale di piegatura della carta,altrimenti noto come noshi,risalente all’epoca Moromachi(1398-1593).

L’origami di origine europea è rappresentato dalle varie Pajaritas o Cocottes spagnole e francesi che simboleggiavano un piccolo uccello,risalenti pressappoco al XVI secolo.

Tutto comincia,secondo la tradizione,con un foglio quadrato che viene piegato con pochi tipi di piegature,le combinazioni delle quali vanno a dare forma alla creazione artistica della cosa rappresentata,che non ha canoni di dimensione come il foglio utilizzato per farla,che però non deve subire tagli da parte di forbici o altro ma solo essere piegato.

L’artista tedesco Joseph Albers,di corrente minimalista e fondatore della teoria moderna dei colori,tra il 1920 e il 1930 insegnò quest’arte della piegatura della carta,ma la sua tecnica prevedeva l’utilizzo di fogli circolari che si piegavano in spirali e forme ricurve.

Il pedagogista Friedrich Fròbel riconobbe l’elevato potenziale educativo di quest’arte e lo inserì nel suo “kindergarten system”come metodo di educazione nei primi del 1800.

Con il giapponese Akira Yoshizawa assistiamo alla rinascita moderna di quest’arte e l’introduzione di nuove tecniche,quali quelle chiamate soft-folding o wet-folding,la prima che prevede diversi modi di piegare,ora più morbido,ora più deciso e marcato per creare particolari effetti,la seconda che prevede una leggera umidificazione del foglio durante la piegatura,in modo che questo mantenga la propria forma.

Ricordiamo in fine l’introduzione di un novo tipo di origami,quello modulare,nel quale molti modelli vengono assemblati per formare un unico origami,come quello della foto in basso.


Una delle forme origami più famose è la gru giapponese. La leggenda dice che chiunque pieghi mille gru avrà i desideri del proprio cuore esauditi.

A causa di questa leggenda e di una piccola ragazza giapponese chiamata Sadako Sasaki, la gru giapponese è diventata un simbolo di pace. Sadako fu esposta alle radiazioni della bomba atomica di Hiroshima quando era una bambina e questo minò inesorabilmente la sua salute. Era una hibakusha, una sopravvissuta alla bomba atomica.

A quel tempo, nel 1955, aveva 12 anni e stava morendo di leucemia e sentendo questa leggenda decise di piegare mille gru,in modo che si avverasse il suo desiderio di poter continuare a vivere.

Il suo sforzo non riuscì ad allungare la sua vita, ma spinse i suoi amici ad erigerle una statua nel Parco della Pace di Hiroshima: una ragazza in piedi con le mani aperte ed una gru che spicca il volo dalla punta delle sue dita.

Ancora una volta l’arte simboleggia il desiderio umano di spingersi oltre la normalità e la speranza,in un mondo dove la speranza non esiste perché non vi sono fattori che la cagionino.

Daniele Tartaglia

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