sabato 26 maggio 2007

Music News

Tornano i Subways: 6 pezzi nuovi


Nel gennaio 2005 l'NME aveva inserito i Subways tra "i dieci nuovi nomi che saranno grandi nel 2005".

Per altri il settimanale musicale britannico è stato profetico, per i Subways decisamente meno. Perché, se da quella lista sono poi venuti fuori dei bei nomi (Bloc Party, Kaiser Chiefs, Arcade Fire), altri sono rimasti in un mezzo limbo.

E' il caso di Kano ed appunto dei Subways. Ora quest'ultimi sono tornati in azione con un concerto; con lo show il trio britannico di Welwyn Garden City ha dato l'arrivederci alla patria prima di trasferirsi negli USA per registrare il secondo album. L'NME riferisce che lo show, svoltosi al Buffalo Bar di Londra, è durato 45 minuti e che i Subways hanno fatto ascoltare ben sei nuovi brani.

I titoli delle nuove canzoni: "I won't let you down", "Kalifornia", "Turnaround", "Burst", "Shake! Shake!" e "Girls & boys". Tra il pubblico è stato notato Ryan Jarman dei Cribs, il gruppo il cui nuovo album è stato prodotto da Alex Kapranos dei Franz Ferdinand.(Fonte: "New Musical Express")

Chris Cornell: 'Da solo mi sento più libero'


Ogni tanto le carriere prendono svolte inaspettate. Qualche anno fa Chris Cornell era reduce dai Soundgarden, aveva pubblicato un disco solista ignorato da molti e si ripresentava al grande pubblico con gli Audioslave, formati insieme agli ex Rage Against The Machine, giurando che non era un progetto estemporaneo.

E davvero sembrava fosse così: tre dischi pubblicati in pochi anni, molti concerti, ma all'ultimo album non segue nessun tour. Improvvisamente Cornell torna solista, prima con la canzone del nuovo film di James Bond.

Poi con un disco intero, il primo dopo "Euphoria morning" del 1999, annunciato in contemporanea allo scioglimento della band. Oggi Cornell è in tour per presentare “Carry on”, in uscita questo venerdì, e per parlare con i media.

E' tranquillo, rilassato, ma la sua carriera non sembra avere ancora una direzione definitiva, nonostante lui faccia di tutto per farti credere il contrario.“Credo di non essermi mai divertito tanto a suonare quanto in questo periodo”, racconta. “Posso scegliere la musica, le canzoni da portare sul palco... Non devo mediare con nessuno”.

Forse il sottotesto è: negli Audioslave c'era troppo da discutere. Cornell lo esplicita poco dopo: “ 'Carry on' è il mio disco più libero, nei riferimenti, nei suoni. Per esempio, a Tom Morello non piacciono i Beatles, che sono la mia band preferita, e lui adora Springsteen, che a me non fa impazzire. Non devo più condividere le influenze con nessuno nella band”.

Il risultato è un disco che alterna rock duro, come il nuovo singolo “No such thing”, a brani più rilassati, e addirittura ad una cover di "Billy Jean" di Michael Jackson, anche se non ha un'identità musicale vera e propria che non sia la (splendida) voce del cantante.

Stranamente, o forse no, è prodotto da Steve Lylliwhite, storico produttore pop. “Ci sono produttori di diverso tipo”, controbatte se gli si chiede perché non abbia scelto un produttore più rock. “Alcuni si chiudono in uno studio e scelgono l'assolo migliore tra milioni di registrazioni.

A me non interessano, io sono concentrato sulla musica. Mi hanno suggerito Steve da una lista, mi piaceva l'idea di un produttore non specializzato sul rock, che non arrivasse con la sua lista dei trucchi di studio, ma che dovesse partire con me da zero. Ci siamo trovati bene”.

Comunque sia, Cornell non sembra intenzionato a guardarsi troppo indietro, anche se nella scaletta dei concerti (stasera all'Alcatraz di Milano) c'è spazio per canzoni provenienti da ogni fase della sua carriera.

“Ho fatto pace con il mio passato, e mi piace riappropriarmi di canzoni che magari ho suonato poco o non ho mai suonato del tutto, dal vivo.

Ma io sono cambiato, e così cambiano anche le canzoni”. Il futuro, conclude, è quello di rimanere in tour per i prossimi due anni. Speriamo sia la volta buona che un talento come il suo trovi la collocazione che merita.

Contrordine: Syd Barrett (Pink Floyd) ha lasciato 2 milioni e mezzo



Lo scorso 13 novembre Rockol riportava una notizia, relativa al testamento di Syd Barrett, uno dei fondatori dei Pink Floyd, in cui si affermava che il musicista, scomparso a Cambridge nel luglio 2006, aveva lasciato l'equivalente di 1.800.000 euro.
Oggi, circa sei mesi dopo, due quotidiani britannici asseriscono che invece la cifra ammonta a 2.500.000 euro.
Probabilmente sono stati fatti meglio i conti, includendo nella nuova somma l'incasso dalla vendita della casa di Cambridge in cui Roger Keith "Syd" Barrett (6 gennaio 1946) aveva vissuto, in maniera estremamente ritirata, per molti anni.

In dettaglio si specifica che Syd ha lasciato l'equivalente di 625.000 euro a suo fratello Alan, mentre gli altri tre della sua famiglia, cioé Rosemary Breen, Ruth Brown e Donald Barrett, riceveranno 404.000 euro ciascuno.

Un'orchestra nel futuro di Giovanni Allevi


Si sono appena conclusi con il tutto esaurito i due concerti che Giovanni Allevi ha tenuto al Blue Note di New York, e il giovane pianista si ritrova già impegnato a pensare ai prossimi progetti.
"Sto lavorando su qualcosa di molto romantico e struggente, è come se stessi tornando a casa: sono partito da sonorità jazz, ma ora mi sto avvicinando sempre più al cuore dell'Europa", ha raccontato Allevi. "Ho scritto anche dei brani per orchestra, e a dicembre farò una breve tournée di dieci giorni con gli archi dei Berliner". (Fonte: La Repubblica)

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