lunedì 28 maggio 2007

East Coast o West Coast?

"Anche mio figlio ascolta musica hip-hop"

"East Coast o West Coast?"

"E che ne so? Per me sono uguali!"

Nonostante l'opinione dei due personaggi del dialogo, tratto da About a boy di Nick Hornby, le differenze fra l'hip-hop East Coast e quello West Coast ci sono e sono profonde a tutti i livelli, nel sound, nei contenuti e nell'atteggiamento.

Innanzitutto bisogna premettere che i primi passi la cultura hip-hop li ha mossi sulla costa orientale degli States, e per la precisione in quel di New York, città che ancora oggi resta il fulcro di tutto ciò che passa sotto la definizione di East Coast.

L'approccio della costa Ovest (che invece trova il suo centro in Los Angeles) è quindi derivativo, il che forse può spiegare, in parte, le differenze che andremo ad analizzare.

A livello di sound, attraverso tutte le evoluzioni stilistiche che l'hip-hop ha compiuto in una storia ormai trentennale, è costante una profonda differenza, riassumibile in una concezione più sperimentale e rivolta alla contaminazione ad Est (pensiamo alle incursioni nel rock di gruppi seminali come Run-DMC e Beastie Boys, alle sperimentazioni electro-funk di Afrika Bambaataa, alle influenze jazz subite dal collettivo Native Tongues e dai Gang Starr, ai frullati sonori dei Public Enemy e poi, in tempi più recenti, alle produzioni ricche di influenze indiane di Timbaland per Missy Elliott), cui fa da contaltare il forte legame del sound West Coast con il soul e soprattutto col funk, rielaborati in versione più moderna ed efficace.

Anche i contenuti, e più in generale l'atteggiamento degli artisti e del pubblico hip-hop, è di stampo molto differente da costa a costa: il rap West Coast è caratterizzato da toni aspri e violenti, esaltazione della vita criminale (la "Thug Life" tatuata sul petto di Tupac Shakur) e di ideali materialistici: soldi, gioielli ("Bling bling"), armi, auto di lusso, champagne, potere mafioso, prevaricazione machistica nei confronti del sesso debole, ridotto a bene di consumo.

In una parola un atteggiamento da gangster, da cui la definizione di Gangsta-rap o G-rap. Negli anni alcuni di questi aspetti sono penetrati anche nell'immaginario di esponenti della scena orientale (Notorius B.I.G. era un gangster e spacciatore non meno del suo rivale Tupac), ma in generale la East Coast, e soprattutto New York, ha mantenuto l'originale vocazione creativa dell'hip-hop, cultura nata, è bene ricordarlo, non per manifestare violenza bensì per incanalare l'aggressività attraverso l'espressione di sé e la competizione attraverso la creatività piuttosto che con le armi.

Quindi i messaggi mafiosi e violenti di artisti West Coast come Snoop Dogg, Tupac Shakur e NWA hanno ben poco da spartire coi testi impegnati di Afrika Bambaataa, Nas, Public Enemy, Krs-One.

E anche l'abbigliamento è certamente diverso: l'originale tenuta da b-boy newyorkese (tuta sportiva oversize, scarpe da basket e cappellino da baseball) si è modificata col tempo anche sulla East Coast, ma mantenendo uno spiccato sapore "street" che invece è spesso sostituito da vestiti

eleganti ed esibizione di gioielli da parte dei rapper West Coast. Va comunque detto che collane d'oro e ammenicoli brillanti vari sono comuni ad ambedue le scene, e sono più che altro un'eredità della cultura afroamericana (presente dal jazz al soul al funk), estremizzata però nella sua importanza dal filone gangsta-rap.

Negli ultimi anni alla storica contrapposizione East Coast - West Coast si è aggiunta una terza scena, inesistente fino a pochi anni prima: il Dirty South, caratterizzato generalmente da un sound molto elettronico, sporco e dalla battuta lenta, un rap grezzo nei contenuti come nella forma (spesso l'MC non enuncia neanche delle strofe, ma si limita ad incitare la folla), ed una estetica materialista in modo simile a quello gangsta, anche se senza i riferimenti alla mafia.

Se il party gangsta era popolato da spacciatori arricchiti in gessato che fumavano sigari attorniati da modelle seminude ed asservite, quello South è un delirio collettivo, con MC che urlano e corpi che si scuotono sbavando addosso a modelle altrettanto seminude ed asservite (certe abitudini tendono a resistere...), laddove il party East Coast è più simile ad un concerto (il rap è più centrale) e oltre a ballare addosso alle solite modelle i b-boys si gustano anche le evoluzioni sul floor dei breakers e i virtuosismi ai piatti dei dj.

Emanuele Flandoli

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