venerdì 28 marzo 2008

Udibile, visibile, odorabile, gustabile

Notizie "senza tatto" sui cinque sensi

Dal suono visualizzato al suono udibile: uno staff di ricercatori presenterà oggi alla Stanford University di Palo Alto (Califonria) il risultato dello studio sul “precursore” francese del fonografo di Thomas Edison, ovvero il fonautografo di Édouard-Léon Scott de Martinville, macchina ideata non per ascoltare ma creare una traccia scritta di parole che potevano successivamente essere registrate.

Tramite immagini ottiche e una “virtual stylus” ad alta definizione, i pattern del dispositivo, brevettato nella seconda metà del XIX secolo, sono stati estratti e resi udibili come primi frammenti di cattura del suono.

Rimane ovviamente il significato culturale di una invenzione tecnologica nella storia, ossia quanto possa mantenersi valido il modello del precursore e in che modo tale categoria, avvalorata e coadiuvata da strumenti anacronistici per l’epoca della precursione, riesca a caricarsi di significati che oltrepassano la storia stessa e i fatti:

“There is a yawning epistemic gap between us and Léon Scott, because he thought that the way one gets to the truth of sound is by looking at it,” said Jonathan Sterne, a professor at McGill University in Montreal and the author of “The Audible Past: Cultural Origins of Sound Reproduction.” Dal NYT

Direzionalità e neurotrasmettitori che inibiscono l’attenzione di una determinata area, due teorie sulla ricognizione dell’altezza dei suoni che vorremmo isolare quando ci troviamo in un cocktail party troppo rumoroso: ma nella corteccia uditiva il processo dei segnali sensoriali rimane ancora nel buio.

“It has been known for 20 or 30 years that it is possible without directional information to do the job," Schulze said. "But we didn't know how it works, where in the brain this happens. Now we know it's in one small area within the auditory cortex." Msnbc
C’è una certa avversione per il senso dell’odorato nella nostra società, dovuta all’impoverimento nell’uso quotidiano, nell’organolessi della neutralità dei sapori, la quale colpisce quasi immediatamente anche il gusto (senso collegato inevitabilmente con l’olfatto nell’atto della valutazione di un alimento), nonché la visione dei prodotti stessi destinati al nutrimento.

Relegato nella particolareggiata declinazione di un sommelier o nell’odore delle madelein di un Proust, il discorso sull’odorato non poteva che ripresentarsi come fondamentale e di difficile comprensione, dall’analisi dei cinque sensi di Aristotele fino all’individuazione delle regioni celebrali nelle neuroscienze:

“People really dismiss the sense of smell," said Gottfried, who researches "how the brain can put together perceptions of hundreds of thousands of different smells...Work like this really says that the human sense of smell has much more capacity than people usually give it credit” Discovery News

Un sesto senso esiste? Per ora è relegato ad un particolare sistema sensoriale che permette di percepire il quantitativo di calorie nel cibo al di là dei recettori del gusto: un risultato particolarmente importante per la patogenesi e la sociologia dell’obesità.

“In summary, we showed that dopamine-ventral striatum reward systems, previously associated with the detection and assignment of reward value to palatable compounds, respond to the caloric value of sucrose in the absence of taste receptor signaling," concluded the researchers.

"Thus, these brain pathways do not exclusively encode the sensory-related hedonic impact of foods, but might also perform previously unidentified functions that include the detection of gastrointestinal and metabolic signals." Science Daily

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