venerdì 7 marzo 2008

L'Impressione artisticamente espressa


Claude Monet – Impression , soleil levant, un dipinto del 1872, agli albori della nascita del movimento impressionista.

Come trattare criticamente un movimento a cui non possono essere mosse critiche?Quale può essere la critica obiettiva per delle opere che o si amano o si odiano? Dal mio punto di vista, di piccolo critico dell’arte in generale, ho tentato più e più volte di esprimere la mia obiettività e le uniche soluzioni a cui sono giunto sono state alcune possibili ipotesi, per le quali si potrebbe storcere il naso su rappresentazioni come questa di Monet.

Prima di parlare dell’Impressionismo come movimento artistico , della sua nascita e decadenza ,vorrei cominciare la mia trattazione con uno sguardo indietro nel tempo , a movimenti quali il Realismo artistico e il Romanticismo, movimenti che si erano ribellati ai paradigmi del tempo antico e che si erano attivati per l’introduzione di importanti innovazioni:la negazione dell’importanza data al soggetto che rende così omogenei e parificati tutti gli ambiti trattati,l a riscoperta del paesaggio, la figura dell’artista eversivo e ribelle alle convezioni, l’interessamento al colore e alle tonalità usate, nonché la presa di coscienza dell’artista che finalmente non nasconde più le sue sensazioni nel linguaggio criptico della rappresentazione, ma le urla attraverso di essa, rendendola non un codice da decifrare ma un mezzo attraverso il quale esprimerle.

Per quanto riguarda le premesse del Realismo , ricordiamo di come la scuola di Barbizon di Thèodore Rousseau avesse incentrato la propria attenzione e le proprie opere sulla rappresentazione del paesaggio, con una particolare dedizione alla fedeltà delle cose rappresentate, come la luce e lo spazio: dedizione che si rivolse alle realtà più umili del sociale. creando così il Realismo (e proprio uno dei pittori seguaci di questo movimento culturale, cominciò a dipingere in maniera innovativa).

Gustave Courbet diede al mondo un nuovo metodo di utilizzare i colori, non mischiandoli ma accostandoli o sovrapponendoli, utilizzando gli stessi colori come materia plasmabile con spatola e pennello, creando così riproduzioni dalle superfici irregolari e uniformi.

Ulteriori stimoli all’Impressionismo vennero dati dalle stampe Giapponesi e dalla scuola Ukiyo-e , rappresentanti anch' esse scene della quotidianità: dalle scene di pesca ai semplici elenchi dei bordelli cittadini. Infine le leggi sull’accostamento dei colori di Chevreul diedero modo agli impressionisti di sperimentare il semplice accostamento dei colori, il che a loro detta rendeva e opere vive e semi-tridimensionali.

Tutto ciò in contraddizione con quanti sostengano che gli impressionisti andarono contro anche il sentimentalismo tardo romantico, perché, e questo non solo dal mio punto di vista, le opere impressioniste sono la pura espressione dell’animo umano che si ritrova ad osservare come un singolo paesaggio contenga più sfumature e regali emozioni diverse all’osservatore, anche osservandolo in momenti diversi di un’unica giornata, come le diverse versioni della “Cattedrale di Rouen” di Monet, ognuna diversa dall’altra per il momento del giorno in cui era stata dipinta.

C’è da dire che, nonostante fossero attivi già da anni , la prima mostra degli artisti impressionisti avvenne solo nel 1874 presso lo studio di Nadar, fotografo dell’epoca, e che fu una manifestazione del tutto eversiva per gli schemi dell’epoca , contro il Salòn che aveva rifiutato le opere in questione.

Il nome del movimento fu tratto proprio dall’opera proposta all’inizio di questo articolo: Impression,soleil levant di Monet, un’opera che rappresentava in pieno le caratteristiche di questo nuovo tipo di pittura.

La pittura all’aperto e non più in studio, il contatto con il mondo rappresentato, con la sua luce e con il tempo che scorre inesorabile e percettibile sotto gli occhi di chi osserva, il modo in cui il colore viene fissato su tela tralasciando quasi del tutto il nero e utilizzando l’azzurro scuro o il verde al suo posto e l’assegnazione di colori diversi a soggetti che in natura ne hanno uno proprio, sono tutte caratteristiche dell’Impressionismo, che tuttavia resta un movimento che ci ha donato artisti diversi e opere diverse.

Alcuni di essi, come Monet, concentrarono la propria vita artistica sulla rappresentazione paesaggistica, altri come Renoir si incentrarono sulla figura umana e altri ancora come Manet, si interessarono alla commistione di entrambi in un armonia visiva unica nel suo genere.

Ultimo grande impressionista fu Paul Cezanne, ma ricordiamo anche di chi, come Vincient Van Gogh, partì proprio dall’impressionismo per approdare infine ad un elaborazione propria di artisti che poi fonderanno, ironia della sorte, l’Espressionismo.

A noi, semplici osservatori, rimane un manipolo di opere che o stupiscono o inorridiscono, conservando la capacità di dividere il pubblico, tra chi vi vede carenza di contenuti e chi ve ne scorge anche di ulteriori.

Daniele Tartaglia

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