mercoledì 12 marzo 2008

Breve storia dell'hip-hop

Parte V – Le scene nazionali europee



Dalla metà degli anni '80 in poi il rap varca i confini degli Stati Uniti generando scuole locali in ogni Paese del mondo. I primi tentativi sono ovunque molto imitativi, ed esclusivamente in lingua inglese, ma già sul finire del decennio si realizzano i primi esperimenti in lingue diverse.

La scena più attiva è fin dall'inizio quella francese, probabilmente per la somiglianza sociale fra i ghetti americani e le banlieues transalpine. Il rap francese, caratterizzato inizialmente da toni molto duri (NTM, Iam), trova poi una propria via in un sound molto soul e melodico (Mc Solaar).

Molto attiva negli anni '90 anche la scena italiana, che però si sviluppa nei centri sociali e assume un carattere politico ed alternativista (le posse) che ne impedisce una vera e propria affermazione commerciale, tranne rari casi, peraltro epurati dalla scena hardcore.

La Germania arriva più in ritardo, ma il genere vi si afferma e consolida prepotentemente, con tonalità aspre e simili al gangsterismo (Sido). Il rap britannico invece fatica ad emanciparsi da quello dei cugini d'Oltreoceano, ma sul finire degli anni '90 elabora uno stile molto innovativo, che assorbe dal vivace panorama inglese influenze che vanno dal dub al cantautorato (The Streets) fino a vere e proprie sperimentazioni post-rap, il cosidetto grime (Dizee Rascal).

Negli ultimi anni, infine, l'hip-hop ha invaso i Paesi dell'Est europeo, creando scene estremamente vivaci, sebbene un po' acerbe, specialmente in Polonia, Repubblica Ceca e Romania.

Emanuele Flandoli

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