venerdì 1 giugno 2007

Graffiti-Tra arte atavica e moda odierna.#2

I graffiti atavici ,con la loro riscoperta ed l’apprezzato interesse storico-culturale che rappresentano, hanno aperto la strada a sperimentazioni moderne di incisione se non rupestre comunque murale e artistica che prendono il nome di “tecnica del graffito”.

Il graffito moderno si distingue da quello primordiale per il semplice fatto che qualsiasi artista o non che ne voglia fare uno, in casa propria o come opera pubblica, deve affrontare uno specifico lavorio che riguarda, da una parte i bozzetti, i disegni del soggetto/oggetto rappresentato, dall’altra la scelta e stesura di più strati di intonaco, di colori diversi ovviamente, sulla parete che si desidera decorare.

Il lavoro procede poi con l’applicazione del disegno, ingrandito abbastanza per decorare la parte desiderata della parete, con l’applicazione di fori in corrispondenza dei disegni(il che ci ricorda la picchiettatura effettuata dai nostri primitivi avi) e l’incisione dell’intonaco, che mira a riportare alla luce gli strati intonacati sottostanti.

L’opera completata potrebbe mostrare all’inizio dei colori smorti e spenti, ma è qui che entra in gioco la più fedele alleata di queste opere: la luce.





Ecco un esempio di graffito moderno irradiato dalla luce.
Sono ben visibili i giochi luce/ombra.



Il gioco di riflessi ed ombre infatti, rende più gradevole e morbido l’impatto visivo del graffito portato a compimento, il quale non sembra nemmeno ricordare le rozze e stilizzate pitture rupestri del passato, essendone tuttavia un fiero discendente, anche se secondo il mio parere sicuramente molto meno carico di fascino.

Ma la tecnica del graffito non è solo quella che ci permette di fare delle decorazioni murali, infatti assume tale denominazione anche la tecnica che ,penso, almeno la maggior parte di noi si è trovata a fronteggiare durante le ore di Educazione Artistica alle scuole medie inferiori.

A differenza di quella su parete, questa tecnica rappresentativa si effettua su di un foglio con dei colori pastelli a pasta morbida, quali possono essere per esempio quelli a cera o ad olio.

Una volta passati più strati di colori differenti, è consigliato cominciare da colori più chiari e terminare con quelli più scuri, si copre tutta la stratificazione con il nero dei colori da voi scelti oppure con alcune pennellate di inchiostro di china, fino a ricoprire completamente l’insieme dei colori sovrapposti.

La fase finale della tecnica è quella che in realtà da sfogo alla propria fantasia, restando tuttavia la più delicata, dal momento che una distrazione o un movimento sbagliato potrebbero creare uno smacco alla vostra opera, tuttavia talvolta arricchendola di un particolare che nemmeno volendo si sarebbe creato( a voi la scelta).

Con l’ausilio della punta di uno stuzzicadenti o di uno spillo da lana, si incide delicatamente la superficie annerita dal colore o dall’inchiostro, scoprendo i colori sottostanti il nero e dando alle linee che si vanno così tracciando la forma desiderata.

Infine, quando si è finito di incidere il disegno voluto è consigliabile prendere un tovagliolo o fazzoletto di carta per tamponare quanto operato e eliminare residui eventuali dell’incisione o sbafi erroneamente prodotti.

L’arte propriamente detta che si mischia quindi all’architettura decorativa e alla didattica scolastica, rendendoci tutti potenziali artisti del quotidiano, nel quale anche atti di vandalismo sono considerati forme d’arte.

Ma di ciò parleremo un’altra volta.

Daniele Tartaglia

Nessun commento: