mercoledì 20 giugno 2007

Musica e tecnologia

E’ evidente ormai che la tecnologia è divenuta parte fondamentale della produzione musicale odierna, quasi un secondo strumento che ogni musicista deve saper maneggiare per essere al passo con i tempi.

Oggi credo che un compositore non possa trascurare le innovazioni tecnologiche che nascono di mese in mese.

Già da tempo la tecnologia non è più uno strumento ad appannaggio dei soli fonici che registrano la nostra musica, ma uno strumento di primaria importanza sotto almeno due punti di vista:

1. A differenza dei musicisti degli anni 50 oggi è possibile compiere tante di quelle operazioni sul suono tramite l’elaborazione digitale, che bisogna almeno avere delle conoscenze minime, per non essere totalmente in balia di chi fa il proprio dovere di registrare mixare e masterizzare la musica.
2. La tecnologia ormai può essere utilizzata come strumento compositivo vero e proprio.

Se pensiamo ad un musicista dell’ottocento, componeva le sue opere pensando quali strumenti acustici potessero realizzare al meglio la sua idea primaria.

Per cui una volta fissata quest’idea su spartito si adoperava per realizzarla con i musicisti adatti.

Per un musicista degli anni 50 in sostanza il processo mentale compositivo rimane identico se non fosse per la circostanza che è libero di fissare la propria idea su spartito o su supporto magnetico (registrando un LP) .

E’ chiaro che non sto considerando l’evoluzione culturale e musicale, per cui la mente di un jazzista non funziona proprio come quella di un compositore classico ma in sostanza nell’approccio compositivo di queste due figure artistiche apparentemente lontane c’è sempre la medesima struttura logica di base.

Un compositore moderno ha la possibilità di pensare nella sua testa qualunque cosa in termini di suono, grazie all’avvento della musica elettronica, mi spiego: se è possibile campionare tutto allora è vero che qualunque suono pensi è possibile realizzarlo…

Perciò è importante oggi sapere quali sono le tecnologie a disposizione, la realizzazione di un idea che necessiti di strumenti elettronici, deve essere supportata da conoscenze di base che, se mancanti, porterebbero ad una difficoltà di comunicazione dell’idea tra il compositore e chi, più del settore, ha maggiori competenze per realizzare la parte elettronica.

E’ evidente che sto facendo un discorso che forse si discosta un po’ dalla realtà, dato che oggi la maggior parte delle persone che volontariamente utilizzano nella composizione strumenti elettronici, hanno un approccio differente dal compositore classico, si basano molto su sensazioni suscitate da un approccio casuale piuttosto che ponderato.

Infatti secondo me uno dei problemi della musica odierna è che, chi mantiene un approccio compositivo classico fa difficoltà a riferirsi a strumenti moderni, e viceversa chi segue perfettamente lo sviluppo della tecnologia, è spesso mancante di conoscenze teoriche e di un approccio più generale alla musica.

La strada da percorrere credo che sia quella di fondere i due approcci ed ascolteremo cose davvero interessanti…per avere almeno, un idea di come realizzare le proprie composizioni.

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