sabato 23 giugno 2007

2007 Musica usa e getta?

Si sente spesso affermare: “La musica oggi non è più quella di un tempo, si tende a fare cose più usa e getta da lanciare nel calderone dei singoli che ci bombardano….”

Questo discorso, per altro affrontato già in altri articoli del blog, mi piacerebbe prenderlo dal mio punto di vista…..

Si possono fare vari discorsi sulla prospettiva storica che di sicuro manca a chi esprime giudizi sulle opere del proprio tempo…..

Infatti la motivazione principale per cui si afferma che un certo brano è un opera d’arte, è di sicuro la sua resistenza alle evoluzioni culturale.

E’ evidente che la nona di Beethoven sia un capolavoro, dato che dopo 200 anni ancora abbiamo stampato in testa il suo motivo principale, ed addirittura un film come “arancia meccanica”, impregnato di atmosfere e concetti della modernità, abbia come colonna sonora proprio una versione della suddetta sinfonia.

Ma abbiamo mai pensato al fatto che, se un opera d’arte non è stata conservata bene nel tempo o non è stato possibile conservarla, comunque non sopravvivrà al giudizio della storia?.

Le opere come ad esempio le sinfonie dell’ottocento erano fissate su supporto cartaceo, e ciò a garantito una relativamente semplice conservazione.

Le registrazioni analogiche e digitali subiscono invece un invecchiamento sicuramente più rapido.

Gli effetti del deterioramento sono poi diversi per il nastro analogico e quello digitale.
Nel nastro analogico una diminuzione della magnetizzazione provoca un aumento del rumore di fondo in termini di soffio e di piccoli impulsi, e l'effetto copia da spira a spira provoca strani echi, oltre al deterioramento del segnale principale.

Nel nastro digitale, invece, il calo di magnetizzazione (drop-out) provoca una alterazione dei valori numerici che rappresentano il suono, con risultati catastrofici sul piano dell'ascolto.
Pertanto tutti i lettori sono dotati di un sistema di correzione d'errore, che ricostruisce i bit mancanti dovuti a un piccolo deterioramento del nastro; se il "buco" è troppo grande il meccanismo di ricostruzione si blocca, e viene introdotta una pausa di silenzio al posto del segnale deteriorato che, se ascoltato, darebbe dei rumori imprevedibili e molto più forti del segnale stesso.
Il nastro digitale, quindi, non subisce un deterioramento progressivo nel tempo come quello analogico bensì rimane completamente integro o diventa, a tratti più o meno lunghi, del tutto inascoltabile. Per evitare perdite di informazioni, quindi, si deve copiare il nastro digitale con regolarità.

Si potrebbe affermare: “Ma non si può scrivere comunque uno spartito di un brano musicale di oggi?".

La musica dei giorni nostri è caratterizzata dall’uso di elaboratori elettronici sin dai primi sviluppi della composizione, per cui oltre al fatto che la pratica dello spartito è in disuso rispetto anche ai primi del ‘900 rimane comunque inadeguato a descrivere nella totalità una composizione del nostro tempo.

La tecnologia che utilizziamo è sempre molto giovane, per cui la sua resistenza al deterioramento non ha nessuna verifica sul piano sperimentale, tranne il tempo trascorso dalla sua nascita e le prove di invecchiamento artificiale che le case produttrici fanno su CD-A CD-R CD-MO DVD…

Se si pensa poi a come rapidamente si evolvano software per il recording, comprendiamo che un brano musicale per poi essere riascoltato ha bisogno anche di essere conservato con una corretta tecnologia che non si basi su algoritmi non più riproducibili dai nuovi software.

Dunque in sintesi le opere musicali del nostro tempo hanno vitale bisogno di questa tecnologia digitale così volubile.

Si corre il rischio che il contenuto artistico si adegui ai tempi del mercato tecnologico.

Mi spiego: se l’artista di oggi come detto nel precedente articolo, può pensare qualunque suono nella su testa perché sarà possibile campionarlo e riprodurlo, è inevitabilmente legato a come questo può essere effettuato con la tecnologia da lui a disposizione.

Un cambio radicale di software in uso potrebbe portare al decadimento del valore dell’opera?.

Dipende dall’idea prima è vero, ma è innegabile che la musica dei giorni nostri anche per le tematiche da me esposte è sicuramente più usa e getta di quella di tempi passati.

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