venerdì 29 giugno 2007

William Blake.


William Blake

Reso celebre al mondo degli ignari dalla citazione nel film “The Red Dragon” di Brett Ratner, un altro della saga di Hannibal Lecter, questo autore di poesie si rese celebre anche nel mondo dell’arte con le sue stampe visionarie nelle quali è infusa la irrealtà dei suoi mondi semionirici.

Nato a Londra, nel quartiere di Soho il 28 Novembre del 1757, questo brillante artista derivava da una famiglia benestante, giacché suo padre era un commerciante in grado di mantenere i sei figli nati dal suo matrimonio senza problemi e di incoraggiare il piccolo William alla coltivazione del suo innato interesse per l’arte.

Quest’ultimo non aveva frequentato le scuole e, prendendo lezioni dalla madre, maturò uno spiccato interesse per il disegno, cominciando a frequentare a soli dieci anni la scuola di disegno di Henry Pars Nello Strand .

Terminati gli studi nella suddetta scuola , cominciò la sua carriera come incisore, frequentando gli studi degli artisti più noti in suddetto campo, come Basire, durante l’apprendistato del quale maturò la sua passione per l’arte medievale, lavorando a degli schizzi preparatori per alcuni libri d’antiquariato.

Nel 1779 si iscrisse alla “Royal Academy of Arts “ e l’anno successivo, grazie all’esposizione di un suo acquerello nella stessa, cominciò a ricevere le prime commissioni come incisore.

Contraendo il suo matrimonio con Catherine Boucher, la quale lo aiutò in seguito nel suo lavoro come editore, pubblicò,un anno dopo,il suo primo libro illustrato:“Schizzi Poetici”.

Negli anni seguenti, dopo aver assistito alla morte del padre e del fratello diciannovenne (considerato dall’artista e dalla sua consorte come un figlio), e dopo aver visto il fallimento dell’impresa paterna ereditata, Blake riuscì nel suo obiettivo di combinare illustrazioni e testi poetici su di un’unica lastra per la stampa che battezzò “miniata”.

Esempi si questo nuovo tipo di stampa possono rintracciarsi nelle due raccolte poetiche dell'artista: “I Canti dell’innocenza” e “I Canti dell’esperienza”, da collocarsi rispettivamente nel 1789 e nel 1794, mentre a metà tra le due raccolte si pone il componimento in prosa “Il matrimonio del Cielo e dell’Inferno” del 1793, che è una chiara ribellione contro i valori della sua epoca.

Ma le sue opere non ebbero il successo sperato, e solo a partire dal 1799 la sua vita potè dirsi migliorata , grazie alla conoscenza di Thomas Butts che gli versava un regolare stipendio riempendosi la casa con le opere dell’artista.

Dopo un periodo di totale decadenza , che va dal 1809 al 1818, nel quale, anche a causa del processo che lo vedeva imputato, era conosciuto al mondo come un fallito, fece la conoscenza di un altro suo mecenate, il ritrattista John Linnell, grazie al quale ricominciò la sua attività, la quale durò sino alla sua morte il 17 Agosto 1827 , con la quale lasciò incompiuto il lavoro per le tavole della “Divina Commedia” , avendo però completate quelle per “Il Libro di Giobbe"



Il Grande Drago Rosso e la Donna vestita di Sole

Blake non amava la pittura ad olio, dipingendo talvolta a tempera ispirandosi all'essenzialità dei primi maestri del Rinascimento, difatti le sue prime opere a tempera furono a temi di carattere religioso; la maggior parte sono su tela, ma alcuni su rame.

L'unico libro di Blake stampato con metodi tradizionali fu il primo "Schizzi poetici" mentre i restanti libri vennero prodotti con il nuovo metodo della "stampa miniata" che lui stesso aveva ideato, con testo ed illustrazioni combinati sulla stessa lastra.

Negli ultimi anni del Settecento sperimentò l'idea di applicare i colori sulla lastra, ma decise di tornare alla stampa ad inchiostro monocromatico colorando poi ogni pagina a mano con penna ed acquerello.

I primi volumi miniati avevano le dimensioni di un tascabile di oggi, ma in seguito l'artista optò per un formato più grande, per dare maggior rilievo alle illustrazioni e suo ultimo grande libro miniato fu "Gerusalemme", realizzato tra il 1804 ed il 1820 circa.

Un altro incisore che fa la storia dell‘arte attraverso la combinazione letteratura - arte visiva, che ci ha regalato e ci regala tuttora opere monumentali e meravigliose.

Daniele Tartaglia

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