mercoledì 6 giugno 2007

Il digitale che fa condividere il passato e l’analogia che ci fa condividere il suono

Omero in 3-D, You Tube per villaggi indiani e l’ascolto di un dinosauro quasi uccello

Un gruppo di ricercatori, in collaborazione con il Centre of Hellenic Studies in Washington, si è trasferito nella biblioteca di San Marco a Venezia, ha istallato una macchina fotografica Hasselblad H1 e scannerizzato con un robot la più antica copia dell’Iliade di Omero esistente (Venetus A): il risultato sarà farne un libro virtuale in XML che potrà essere spedito a chiunque lo desideri tramite il sito Homer Multitext Project:

“The idea is "to use our 3-D data to create a 'virtual book' showing the Venetus in its natural form, in a way that few scholars would ever be able to access," says Matt Field, a University of Kentucky researcher who scanned the pages. "It's not often that you see this kind of collaboration between the humanities and the technical fields.” Wired News

Lo StoryBank è una banca dati contenente immagini che il villaggio indiano di Budikote ha creato, tramite uno schermo piazzato in una zona pubblica. Il dott. Matt Jones della Swansea University è il promotore di questo progetto nell’ambito di una iniziativa dell’ Engineering and Physical Sciences Research Council, il quale cerca di estendere l’utilizzo di risorse tecnologiche a tutte le culture del globo che ancora non ne possono usufruire. Nonostante prenda atto di un approccio ancora distante nei confronti dei mezzi tecnici di riproduzione digitale da parte della popolazione locale, Jones afferma:

“The people of Budikote have a strong tradition of visual and oral history, so we were interested in how we could develop digital technology to enable them to communicate their stories in new ways.” AlphaGalileoNews

Secondo il professore Richard Dooling i dinosauri avevano un apparato uditivo molto simile a quello di grandi mammiferi come gli elefanti, ma con una percezione di frequenze più basse degli attuali. Lo studio è stato presentato oggi alla Acoustical Society of America e si basa sulla comparazione delle membrane basilari di uccelli e dinosauri, facendo notare che nonostante i primi siano più vicini per apparato uditivo, tra gli animali viventi, ai dinosauri, i secondi probabilmente non li avrebbero potuti neppure sentire:

“Interestingly, we sometimes irreverently refer to aging humans as ‘dinosaurs,’” says Dooling. “In fact, as humans age in our noisy environment, we begin to lose our hearing at high frequencies. So, in a sense, our hearing becomes more like that of the dinosaurs.” ScienceDaily

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