sabato 9 giugno 2007

La vita....un'equazione

Certe volte capita di osservare con sgomento la complessità del nostro mondo, ed impotenti nel dare esaurienti spiegazioni a molte delle cose che ci accadono, spunta inesorabile in noi l’esserino che incomincia a farci pensare al trascendente.

Per lo meno è quello che mi accade.

Credo che in fondo la domanda di cui molti vorrebbero la risposta è:

“Tutto ciò che non possiamo spiegarci è tale perché non siamo ancora giunti ad un adeguato livello di sviluppo scientifico?”

Il discorso è ovviamente complesso, ci sono di sicuro molti punti di vista al riguardo:

1. C’è chi ciecamente fiducioso nella scienza è convinto che il continuo ed illimitato progredire dell’uomo porti ad un “The End”.

2. C’è chi crede che la scienza non possa spiegarsi tutto perché ci sono “cose” che per loro natura trascendenti non possono essere proprio oggetto di “un equazione” un esempio blasonato è l’esistenza di Dio.

Sia chiaro che sto tentando di avere un approccio gnoseologico all’argomento, non sto discutendo se effettivamente tutto il progresso scientifico è un beneficio per l’umanità!

3. Ci sono poi scienziati che credono che non possiamo spiegare tutto, non si sa se potremmo farlo, ma comunque “l’uomo è tutto qui” , cioè non vi è nulla di trascendente nel mondo.

4. Ho notato che esprimere il primo punto di vista è stato semplice data l’evidente superficialità del concetto espresso, il secondo è più complesso ma vista la sua democraticità (come dicesse a ciascuno il suo) non mi è risultato difficile spiegarlo.
Si fa invece una difficoltà immane a supportare il terzo pensiero senza cadere in contraddizione, ed in realtà si finisce per farlo.

Il primo punto di vista a mio giudizio è tipico di chi non è uomo di scienza o veramente appassionato, per fare un esempio, un musicista principiante crede di poter riprodurre tutto e subito quello che sente, un musicista esperto sa quanto studio gli serve per riuscire ad eseguire correttamente un brano, e se può effettivamente farlo.

Il secondo era quello che avrei supportato fino ad un po’di tempo fa, però cosa ci da la certezza e la convinzione che un argomento non possa essere oggetto di scienza?

E’ risaputo che alcune tematiche che in passato si ritenevano trascendenti, in realtà sono regolate da un equazione! (Es. il sole, le stelle e le leggi di Keplero).

Per avallare la terza ipotesi senza usare concetti che rimandino ad una qualche trascendenza, bisogna inevitabilmente fare un’apologia del caso, della casualità.

La domanda è: è ammissibile affermare che certe cose avvengono per caso?

Provo ad esporre ora il mio punto di vista partendo proprio da questo.

Credo che parlare di caso nel 2007 sia a dir poco assurdo…

Cosa vorrebbe dire avviene per caso, come si può giustificare un concetto con l’ingiustificabile?

Questa secondo me è la pecca di molti punti di vista odierni.

Potrà spaventare , questo sì, ma “purtroppo” tutto avviene con una spiegazione ed una logica.

Il punto è che forse, lo sgomento che si prova è perché per qualche motivo questa logica non ci è concessa.

E’ come se la vita umana fosse un equazione ad un infinito numero di variabili, che per nostra natura di esseri finiti non possiamo comprendere.

E’ questo il motivo per cui esiste la filosofia, la musica, la religione l’arte….

L’uomo ha bisogno di provare quella sensazione di estasi, di estraniamento dalla realtà… per non essere schiacciato dalla crudezza del fatto che le cose forse avvengono perché il tutto deve andare così e non altrimenti.

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