venerdì 15 giugno 2007

La Chimera




Tratta dalla mitologia greca , di cui io sono un ghiotto appassionato, rielaborata attraverso la mia immaginazione questa è la mia versione della Chimera, la quale era la prima rappresentante, unica nel suo genere della specie dei Grifoni nel quaderno di “Monsters”.

Questa fantastica creatura, per me sempre evocativa del soprannaturale e del mito, ha sempre scosso la mia mente da bambino , difatti era la prima trattata in quella mia minuscola enciclopedia di mostri e creature bizzarre.

In realtà la Chimera, come anche le Gorgoni, faceva parte della progenie del titano Tifone, sconfitto dal padre degli dei in persona eoni addietro la sua comparsa; tuttavia io, da grande stravolgitore di storie quale ero, ne avevo immaginato una nascita tutt’altro che conforme al mito greco, giustificando con essa anche l’aspetto del mostro da me tracciato.




Il mio primo disegno della Chimera di certo
non rendeva giustizia all’idea che ne avevo in
mente. Infatti tutto il terrore che, teoricamente,
volevo rappresentasse, si perdeva nelle linee
poco incisive e per niente impressionanti
che avevo disegnato. La Chimera non era
né spaventosa né suggestiva, piuttosto era
goffa, buffa e orribile(solo stilisticamente)

La Chimera doveva presentarsi come un animale con le caratteristiche di un leone , di una capra e di un serpente ed io, traendo ispirazione dalla scultura bronzea di Arezzo, tracciai una creatura che portasse in se caratteristiche equilibrate di tutti e tre gli animali.

Storia riadattata della Chimera tratta dal quaderno di “Monsters”

La maledizione divina ha molte forme nella storia e nel mito. La Chimera altro non era che una di queste. Quando un leone e un serpente lottarono fra loro per i resti di una capra uccisa da entrambi, la punizione che ne ricavarono fu quella di formare un'unica creatura, uniti per sempre al corpo dell’animale che avevano straziato. Nacque così una nuova creatura, capace di volare con possenti ali e di sputare fuoco, dai denti velenosi del serpente e dal ruggito altisonante del leone: la Chimera .
Per oltre un decennio castigò la terre della Grecia bruciando le messi e le dimore e uccidendo uomini e bestiame, fin quando si erse un eroe, l’unico riuscito a domare lo stallone alato Pegaso: il giovane Bellerofonte.
Egli, usando un abile stratagemma sconfisse e uccise la Chimera o perlomeno le sue vestigia mortali, dal momento che lo spirito del mostro, essendo maledetto dagli dei, continuò a vagare in cerca di una specie in cui attecchire il proprio gene maligno e la propria aura magica, trovandola infine in quella dei grifoni .
I rappresentanti alati di questa specie infatti erano in grado di volare e di sputare lingue di fuoco, considerati da tutti come i discendenti di questa potenza malvagia del passato.

Nella mia rielaborazione ho aggiunto al corpo del mostro un paio di possenti ali, non perché il mito le citi( infatti il mito non ne fa parola ), ma perché ,avendo Bellerofonte utilizzato l’ausilio di Pegaso per ucciderla, ho presunto che volasse e quindi che fosse una creatura alata.

Gli effetti che ho utilizzato nella rielaborazione al computer sono il Frosted Glass , per quanto riguarda il corpo caprino , l’effetto Cloud per quanto riguarda le nuvole le ali e la fiamma che fuoriesce dalla bocca leonina del mostro.

Come detto in precedenza , gran parte della mia ispirazione è dovuta alla scultura etrusca ritrovata ad Arezzo che raffigura proprio quest’animale mitologico.



La Chimera di Arezzo












Daniele Tartaglia

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