sabato 14 luglio 2007

Club Dogo Vile Denaro ***


Vile Denaro era stato preceduto da mesi di attesa frenetica, preannunciato come un capolavoro che avrebbe dato una svolta all'hip-hop tricolore.

Come era prevedibile, attese così ambiziose non potevano che essere smentite dalla prova dei fatti. Ciò che manca ai Dogo è la varietà, soprattutto d'argomenti, tanto che V.D. sembra un disco monotematico: soldi (come annunciato dal titolo), una società marcia e tanta, tanta cocaina.

E l'atteggiamento di chi parla è ambiguo: se da una parte l'arrivismo e la centralità del denaro nella società sono ampiamente stigmatizzati, d'altro canto i valori del Club Dogo non sembrano poi tanto diversi: ci si vanta di guadagnare senza lavorare, di rappare per il "cash", di badare solo a sé stessi ed alla propria carriera.
In altre parole, un improbabile tentativo di far convivere la vecchia attitudine "sociale" del rap italiano con la nuova estetica "gangsta" che ormai ha preso piede anche fra i nostri MC.

Ciò detto, non si pensi che Vile Denaro sia un brutto disco, tutt'altro: le produzioni non hanno niente da invidiare a quelle più famose d'Oltreoceano, e lindiscutibile perizia vocale, metrica, e retorica del Club fa sfoggio di sé in ottimi pezzi: la critica sociale di Incubo italiano (peccato che sia poi ripetuta senza grandi variazioni in diversi altri testi) e Spaghetti western, il battle rap di prim'ordine di M-I Bastard e l'originalissima Confessioni di una banconota, che racconta tutto lo schifo che gira intorno al denaro dal punto di vista del denaro stesso.

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