martedì 27 marzo 2007

Do it yourself !! Fattelo da solo o muori!!

Ovvero,l'evoluzione obbligata per evadere dalle leggi monolitiche della discografia "ufficiale"

Eccoci qui amici, nel magma incandescente del M.A.T, per la prima volta, spaesati come bimbi ma freschi, nuovi di zecca, impazienti.

Internet è ancora nostra e faremo di tutto per non farcela strappare........musicisti, fotografi, pittori,poeti,attori, filmaker, programmatori, grafici......Arte.....la rete ci offre una culla dove evolverci,uno specchio per guardarci e un enorme vetrina dalla quale farci sbirciare......e una sola magica sigla:DIY!!!

Do it yourself ovvero Fattelo da solo........

Gia' Fattelo da solo......ora si puo'......ma andiamo un po' indietro dato che il nostro presente è scontato,il futuro è avanti ma e' il passato ad essere la vera "Origine".

L'acronimo "DIY" compare per la prima volta all'inizio degli anni 50' negli Usa per identificare una corrente culturale legata alle attivita' manuali dedicate a creare qualcosa per se e per la propria casa senza l'ausilio di professionisti. In parole povere....si rompe il rubinetto? Do it yourself e niente idraulico......gli americani rispolveravano una manualita' che era stata sepolta dentro di loro;cosa che a detta del filosofo Alan Watts era stata causata da "un sistema scolastico che nella sua globalità non trasmette nessuna nozione pratica.In altre parole non impariamo come si cucina,come cucire un vestito,come costruire una casa e neanche come fare l'amore....l'intera educazione che offriamo ai nostri ragazzi si basa su astrazioni e li prepara a diventare nient'altro che burocrati o uomini d'affari".

L'accusa di Watts sveglia qualcuno all'interno degli ambienti universitari,siamo a cavallo tra i 60' e i 70',quando gruppi di studenti si organizzano per trasformare vecchie abitazioni in alloggi confortevoli ma economici per i loro colleghi fuorisede;il fenomeno del DIY lentamente si trasforma in un'attivita',in un hobby a cui ogni padre di famiglia americano dedica il fine settimana......costruire il nuovo garage,rimodernare i servizi,applicare dei nuovi infissi........un giovane pioniere del DIY Stewart Brand offre le nozioni a chi non ne ha creando il primo numero del "Whole earth Catalog" magazine nel quale era possibile trovare indirizzi,corsi,informazioni sugli strumenti....nuova linfa per il neonato spirito DIY.

"The whole earth catalog" e' la miccia......seguiranno "Popular Mechanics" e "Mechanics illustrated" eppoi le VHS e infine i migliaia di siti web dedicati..........
Dall'incapacita di una gioventu' di creare qualcosa per se' nasce dunque una consapevolezza: imparare e trasmettere senza profitto!Se si guadagna si guadagna in termini di esperienza umana e personale.

Ma la musica?Quando parliamo di musica?

Siamo a meta' degli anni 70' quando dal putrido ma purissimo spirito punk si origina un motto: Do it yourself not EMI!!!Un grido,una forte presa di posizione consapevole contro le major della distribuzione musicale.

Le prime band anarco-punk unite da questo credo vengono edite dalla Crass Records, casa discografica di autoproduzione dei Crass. Il DIY musicale viene partorito dal Punk....ma come si espande? Ha inizio il fenomeno della "cassette culture"......a onor di cronaca "il nonno di myspace"......ma andiamo con calma.

Prima del 1980 le band dovevano,per permettersi un disco,firmare un contratto con una label dati gli altissimi costi delle session di registrazione; quindi era impossibile far girare le proprie canzoni e soprattutto avere il controllo artistico del proprio materiale......all'improvviso tutto cambia......le tecnologie di registrazione diventano portatili ed economicamente accessibili a tutti.....un registratore 4 tracce è ora per tutti!!Se pensate che Sgt. Peppers Lonely Hearts Club Band dei Beatles è registrato su un 4 tracce.....la scena punk diventa incandescente!

Ora tocca alle "Fanzine" musicali, veri e propri giornali specializzati e gestiti dalle "scene" locali.Attraverso il passa parola si vengono a creare dei veri e propri network;l e band pubblicizzano le loro "cassette" sulle pagine delle neonate riviste ricevendo gli indirizzi ai quali spedire la musica,i ragazzi la ricevono e la passano ad altri amici e questi ad altri e ad altri ancora fino a intasare gli uffici postali!!!!

Nei college vengono fondate le radio studentesche che si alimentano della "cassette culture" trasmettendo 24 ore su 24 brani sconosciuti di band sconosciute.....musica fresca,nuova,nuovi inni,nuove speranze.

Poi arriva MTV che e' una diretta consequenza delle radio universitarie dato che non c'era ancora un canale televisivo musicale......network che all'inizio trasmetteva video DIY....basti pensare a "Radio kill the Radio Star"....il fenomeno video del DIY pero' non ha lunga vita dato che viene fagocitato dalle major e dai loro potentissimi mezzi economici.....il video necessita (almeno all'epoca....ora c'e' youtube e l'editing digitale ma ne parleremo in seguito) grandi mezzi economici, vedi Thriller di Micheal Jackson dal budget per quei tempi incredibile, i discografici capiscono l'importanza centrale dell'immagine e del video e spremono come un limone l'accoppiata coreografico balletto-hit tormentone.

Il DIY e' ormai diventato fortissimo come mentalita' all'interno delle scene "alternative" (qualsiasi cosa questa parola significhi) rimanendo pero' imprigionato qui.
Almeno fino alla meta' degli anni novanta.....almeno fino all'avvento di Internet!!

Cosa succederà?

Come nella piu' classica delle avventure........lo vedremo nella prossima puntata!!!

Gerardo Spatuzzi

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