sabato 31 marzo 2007

Cocuzze d’oro alla notte bianca della Sapienza

Sabato 24 marzo negli atenei della capitale ha avuto luogo la manifestazione culturale “l’Università della notte”, quest’anno col titolo “Europa dei saperi”. L’avvenimento è stato posticipato dall’equinozio di primavera a sabato per commemorare la firma dei trattati di Roma del 25 marzo 1957, seconda tappa di un lunghissimo percorso che forse ci porterà all’unità politica dell’Europa.

Alla Sapienza erano stati organizzati tre filoni principali di lezioni notturne, della durata di trenta minuti ciascuna, affiancate da concerti nell’aula magna del Rettorato e proiezioni nella facoltà di lettere. A queste cinque attrazioni principali si sono aggiunte una miriade di iniziative isolate che hanno reso difficile l’orientamento tra le attrattive per chi avesse voluto prendere visione di tutte le manifestazioni prima di decidere a quale partecipare.
Ciò nonostante il surplus di offerta è più che comprensibile se si conta che la manifestazione durava ben sei ore, dalle 20.00 alle 02.00, e che l’ateneo è il più grande d’Europa, e quindi con enorme potenziale di partecipanti cui bisognava proporre un’offerta adeguata in termini di quantità e di varietà.

La nottata può dirsi riuscitissima: per una volta c’è stata più gente a piazza della Minerva e sul viale d’accesso che sui giardinetti dietro il rettorato, di solito coperti di persone ad ora di pranzo.
La facoltà di giurisprudenza l’ha fatta da padrona con due dei tre filoni di lezioni, quelli umanistici per giunta, al punto da rendere veramente difficili gli spostamenti all’interno e all’uscita della stessa.

Ma non è stato tutto perfetto. La mancanza di alcuni relatori al filone “artistico”, sicuramente uno dei principali, si è fatta sentire, in particolare quella di Bonito Oliva. Non ci sarebbe stato nulla di male se non fosse stata artatamente coperta dal prolungamento spropositato di un simposio sulla malavita organizzata, distintosi per enunciazioni buonistiche e candide degne dei telegiornali quando intervistano i ragazzi delle scuole medie. Sicuramente Peppino Impastato si deve essere rivoltato nella tomba, lui che ha combattuto la mafia con l’irrisione e la provocazione tipica dei giovani di trent’anni fa. Da studenti universitari che parlano della criminalità organizzata ci si sarebbe potuti aspettare veramente di meglio, e il progressivo svuotarsi dell’aula, i commenti di che ne usciva e di chi vi restava, gli applausi degli ascoltatori sorridenti hanno dimostrato lo sconcerto e l’irrisione dei presenti.
Molti hanno scelto di rimanere nella speranza che comparisse Bonito Oliva, ma le loro aspettative sono rimaste deluse al breve annuncio della fine delle lezioni, scoprendo con disappunto che si era già fatta l’una e mezza. Certamente se fossero stati certi della sua completa assenza, e non in dubbio come li si è lasciati fino alla fine, si sarebbero diretti altrove, ad esempio alla deliziosa proiezione di Goodbye Lenin.

In tutto questo la cosa indubbiamente peggiore è stata la presenza di famosi giornalisti in ciascuno dei filoni, in particolare quella di Michele Cocuzza (La vita in diretta) e Annalisa Spizie (Tg5) nel filone artistico. Trattandosi prevalentemente di conferenze in stile lectio magistralis non avevano modo di fare da moderatori, né l’hanno fatto nei pochi simposi. Non hanno nemmeno fatto domande ai relatori, come sarebbe stato prevedibile, né hanno introdotto quelli che si sono susseguiti, che era proprio il minimo che potessero fare. Salvo qualche parola di Cocuzza in apertura, il loro contributo non è andato oltre la loro fascinosa presenza, forse preziosa dal loro punto di vista dato che erano gli unici VIP. Addirittura quando Alessandro Panconesi, relatore di una lezione socio-economica, li ha chiamati in causa facendo a loro delle domande, si sono limitati a cenni affermativi dopo essersi fatti ripetere le domande, il che dimostra inequivocabilmente che non ascoltavano!
Il termine dell’ultima lezione è stato senza commento, seguito da rapida fuga dei giornalisti, e i cori rivolti a Cocuzza da alcuni studenti al momento della sua uscita si fermavano all’invocazione del suo nome. Il tutto con un’aula ormai quasi vuota, un finale veramente dimesso che stava a dimostrare la consapevolezza generale della mediocrità toccata nelle ultime due ore.

Non possiamo pretendere che le nostre tasse universitarie vengano usate con trasparenza, e lo accettiamo se vogliamo immaginarci che vengano usate almeno per il mantenimento del servizio che il nostro ateneo ci offre. Ma che a bella posta vengano usate per ingaggiare due VIP accorsi solo per far mostra di sé ci sembra veramente insopportabile, e c’è da chiedersi perché sono stati chiamati, dato che prevedibilmente non sarebbero serviti a molto trattandosi di lezioni, e non di interviste o simposi. Certo chi ha deciso questo ha fatto loro un bel piacere, peccato che l’ha fatto con i soldi nostri.

Paolo Ferrera

3 commenti:

edmondo ha detto...

...penso proprio che la sapienza non abbia sganciato un euro... (perche' dopo un resoconto veramente ben fatto... hai dovuto inserire la tiratina demagogica...della serie...e' tutto un "magna magna"?)

Davide De Caprio ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Anonimo ha detto...

A dire il vero il finale stona decisamente con il resto dell'articolo.
Ho concluso con delle illazioni calunniose per il nostro ateneo e per
i giornalisti cui mi riferivo. La prossima volta starò molto più
attento a rivedere con più distacco quello che ho scritto. Un
ringraziamento speciale a Francesco per avermi aperto gli occhi con la
sua critica costruttiva, ne approfitto per rivolgere a lui e a tutti
gli altri lettori un augurio di Buona Pasqua

Paolo