Slava è morto!
E' morto Rostropovich, musicista e artista, uomo dalle idee combattive e dalle esibizioni travolgenti, l'ultimo esempio vivente per "noi"musicisti che speriamo di essere non solo strumentisti ma anche qualcosa di più, essere cioè parte del mondo e in esso parteggiare per la libertà di espressione in tutti i paesi che aspirano alla democrazia. Il suo esempio e le sue discese in campo ricordano molto le parole dell'attuale Pontefice quando, parlando della musica come linguaggio universale che fa levare lo sguardo verso l'Alto, auspicò "che la grandezza e la bellezza della musica possano donare anche a voi, cari amici, nuova e continua ispirazione per costruire un mondo di amore, di solidarietà e di pace". Se la musica ha questo potere non bisogna far altro che averla sempre con noi non solo come uno strumento ma come un grande baluardo, fonte di cambiamento e conciliazione degli spiriti. Spero che tutti gli artisti che verranno possano a gran voce dirsi figli del maestro Slava Rostropovich, l'esecutore non solo musicista, l'uomo che ha calcato il palcoscenico per una speranza e mai per una rinuncia. Noi del MATblog, musicisti e non, lo vogliamo ricordare con alcune sue citazioni rubate dal NewYorkTimes e con alcuni links delle sue esibizioni come violencellista e conduttore raccolte su YouTube:
(dalla lettera mai pubblicata sulla Pravda)
(dalla lettera mai pubblicata sulla Pravda)
"Every man must have the right fearlessly to think independently and express his opinion about what he knows, what he has personally thought about and experienced, and not merely to express with slightly different variations the opinion which has been inculcated in him."
(sulla sua madrepatria Russia)
"Events disrupt things a little sometimes, but listening to this music is a reminder that there’s a great nation here.”
(sulla sua educazione ed esperienza)
"I never studied, but I had the best teachers, I played with the best conductors of the world.”
(sulle prove d'orchestra)
"I have already a model in my mind for the sound of a piece, for the shape of the interpretation. Maybe I’m wrong, but if there are no special acoustical problems in the hall, I produce exactly what I want. If there is a choice, I would rather have ideas and some difficulties of technique than a perfect technique and no ideas."
(sul suo maestro Shostakovich)
"Sometimes when I’m conducting, I see his face coming to me. Sometimes it’s not really a happy face — I conduct maybe a bit too slow. So I conduct faster, and the face disappears
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